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lunedì 18 luglio 2016

TRAVOLTI DA UN'INSOLITA SENTENZA IN UNA CALDA GIORNATA DI LUGLIO

L'importante sentenza con cui il Tar Sardegna ha annullato tutti gli atti riguardanti la procedura per la realizzazione del nuovo inceneritore che la Regione avrebbe voluto realizzare a Macomer rimette finalmente ordine nella complessa quanto ormai vecchia programmazione regionale in tema di gestione dei rifiuti solidi urbani.
Lo fa accogliendo in pieno le considerazioni che, sul tema, il Comitato Non Bruciamoci il Futuro e l’Associazione Zero Waste Sardegna hanno ripetuto completamente inascoltati dalle istituzioni preposte per diversi anni, alla ricerca di una soluzione alternativa all'incenerimento che coinvolgesse il territorio del Marghine e la città di Macomer.
Molti osservatori attenti e interessati solo alla soluzione del problema hanno colto l'importanza di questo esito ma, nella peggiore tradizione locale, quella sentenza ha scatenato anche il malumore scomposto di chi da questa vicenda esce sonoramente sconfitto e ne discute ancora una volta senza entrare nel merito delle questioni poste dal procedimento amministrativo cercando di allontanare da sé le proprie responsabilità politiche per scaricarle sugli altri.
Secondo il consigliere Congiu “il nuovo inceneritore non avrebbe impattato sulla salute umana così come per mesi qualcuno ha tentato di far credere”.  Ancora una volta si cerca di confondere le carte lasciando credere che i comitati siano stati sconfitti. In realtà la sentenza sulla questione salute sostiene che  “La sussistenza di rischi per la salute pubblica e per l’ambiente non è stata dimostrata” il che non significa che l’inceneritore non inquini. Non si può travisare questo concetto perché i dati sulla mortalità e l’incidenza, pubblicati dal CEA di Nuoro e dal Registro dei Tumori di Nuoro, negli ultimi 15 anni segnalano comunque un trend in forte aumento delle patologie tumorali nel distretto di Macomer rispetto agli altri distretti del Nuorese, e questo fatto costituisce, almeno per i cittadini, una grande preoccupazione.
Lasciamo il rappresentante del territorio in Consiglio regionale con le sue certezze ricordandogli che ancora i cittadini aspettano gli esiti degli studi epidemiologici promessi a suo tempo dalla Asl di Nuoro sul tema in questione e mai realizzati.
Nessun commento invece, da parte sua,  sul fatto che il Tar abbia ritenuto illegittime le delibere con cui l'impianto di incenerimento di Macomer è stato finanziato perchè contrarie alla programmazione che la stessa Regione si era data.
Nulla dice sul fatto che rispetto al Piano regionale dei rifiuti quell'opera era sovradimensionata nelle quantità di rifiuti da trattare, nella sua potenza e che, anche il finanziamento che supportava l'opera, era superiore di almeno 12 milioni di euro rispetto ai parametri che la stessa Regione si era data.
Silenzio anche sul fatto che la Regione Sardegna sia sottoposta a infrazione dall'Unione europea proprio perchè non ha rinnovato la sua pianificazione in tema di gestione dei rifiuti nei tempi previsti dalle direttive comunitarie recepite dalla Stato italiano.
Diventa però censore del territorio dichiarando di “pessimo gusto l’esultanza di quanti coloro gioiscono sguaiatamente, quando molte famiglie di lavoratori si interrogano sul loro futuro”. Il solito gioco di nascondere le responsabilità proprie e della politica sul rischio che corrono i dipendenti della Tossilo Spa che ha in gestione il sistema di trattamento dei rifiuti di Tossilo.
L'esperienza ci dice che, oggi, i lavoratori della Tossilo Spa hanno tutti gli elementi per capire che il loro posto di lavoro è messo a rischio proprio da quei ritardi e da quel disordine con cui la politica regionale e locale ha gestito l'intera programmazione in tema di rifiuti e così bene espressi dalle parole della sentenza del Tar. Hanno gli elementi, quei lavoratori, anche per capire che se a suo tempo fossero state seguite le proposte del Comitato per la realizzazione di un nuovo sistema di trattamento dei rifiuti, quei posti di lavoro non solo non sarebbero a rischio, ma oggi sarebbero potuti anche essere incrementati.
La battaglia che ha portato a questo importante risultato il Comitato Non bruciamoci il futuro, l’associazione Zero Waste Sardegna insieme all’Unione dei Comuni della Barbagia e al comune di Nuoro, è durata circa sei anni.
Un tempo lungo in cui molto è successo. In sei anni si fa in tempo a vedere di tutto. Cambiano i governi regionali, scompaiono le Province così come le abbiamo conosciute, qualcuno cambia partito e persino coalizione di appartenenza e in molti cambiano le loro idee.
Abbiamo cercato in questo periodo, nonostante le enormi difficoltà e la fatica nel portare avanti la nostra battaglia, di rimanere fermi nelle nostre convinzioni col solo obiettivo di salvaguardare il territorio e i cittadini da una scelta nefasta che avrebbe condannato il territorio ad un modello di sviluppo vecchio, insalubre e perdente.
Sempre senza mai una forma di sguaiataggine neanche nei giorni scorsi, quando si è conosciuto l'esito positivo della sentenza.
Ai  cittadini, ai Comitati e ai gruppi  che in tutta la Sardegna hanno sostenuto il nostro lavoro va un sentito grazie per una vittoria ineccepibile che non può essere sporcata dalla malevolenza o dalle insinuazioni di nessuno, men che meno da quelle di chi dimostra ancora una volta di non aver capito quale sia il suo ruolo.
La partita sembra essere ancora aperta perchè, così come ci ricorda lo stesso consigliere Congiu, sarà probabilmente promosso un ricorso al Consiglio di Stato che dovrà decidere definitivamente sulla questione. Cercheremo di essere presenti anche a quest'ulteriore appuntamento, ma ci permettiamo di fare la seguente riflessione:
in un Paese civile in cui la politica non avesse perso la capacità di ascoltare i propri cittadini, non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere neanche al Tribunale Amministrativo Regionale per evitare un pasticcio come quello dell'inceneritore di Macomer, le cui storture erano sotto gli occhi di tutti e che tutti avrebbero potuto vedere se solo avessero avuto la libertà e la buona volontà di farlo. In un Paese civile la politica non cavalca la paura degli operai indicando come sguaiata la soddisfazione di chi ha combattuto una battaglia democratica per salvaguardare la qualità della vita dei propri concittadini e per il rispetto delle regole stabilite.
La sentenza del Tar ci riconcilia almeno in parte con l'idea che siamo ancora un Paese civile; le parole del consigliere Congiu ci confermano che viviamo un periodo storico in cui non c'è più la politica.


Macomer, 18.07.2016

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