Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensione della
sentenza del Tar Sardegna che ha annullato tutti gli atti
autorizzativi per la realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo.
Tale decisione rappresenta per il Comitato Non bruciamoci il futuro e
per l’associazione Zero Waste Sardegna motivo di grande
preoccupazione e pericolo per le nefaste conseguenze che quell’atto
può rappresentare nello sviluppo della nostra battaglia per
l’affermazione di un principio di legalità e democrazia.
Si apre dunque la possibilità per il Consorzio industriale di
riprendere i lavori del nuovo inceneritore col pericolo che vengano
realizzate opere potenzialmente illegittime.
Ciò risulta particolarmente grave se si considera che il Consiglio
di Stato, ritenendo prevalenti gli interessi dell’Amministrazione
rispetto a quelli dei cittadini, si è riservato di decidere nel
merito della vicenda entro i primi sei mesi del 2017, su una
questione giudicata delicata e complessa.
Ci preoccupa anche il nuovo scenario, politico e amministrativo,
aperto proprio ieri dalla Regione Sardegna in concomitanza
dell’udienza del Consiglio di Stato, con la pubblicazione della
procedura di assoggettabilità a VAS dell’aggiornamento del Piano
regionale di gestione dei rifiuti.
L’aggiornamento prevede il mantenimento dell’inceneritore di
Tossilo revampizzato e la soppressione del polo di incenerimento di
Sassari. Questa scelta avviene in totale dispregio delle legittime
perplessità più volte espresse da parte dei cittadini e della
volontà del Consiglio regionale che aveva chiesto alla Giunta
regionale il blocco di qualsiasi attività su Tossilo prima del
rinnovo del Piano regionale di gestione dei rifiuti e
dell’elaborazione di uno studio epidemiologico sul territorio del
Marghine. L’aggiornamento del Piano non tiene conto anche delle
perplessità emerse dalla sentenza emanata dai giudici amministrativi
del Tar Sardegna.
Il quadro preoccupante che emerge da queste due novità di vitale
importanza per il territorio del Marghine e per l’intera Sardegna
impone una stringente partecipazione delle amministrazioni locali che
sollecitiamo fin d’ora, affinché si riapproprino del proprio ruolo
istituzionale di tutela degli interessi delle loro comunità.
Continueremo la nostra battaglia per far valere gli interessi dei
cittadini e per scongiurare la realizzazione di un’opera dannosa
sotto tutti i profili.
Macomer, 21
ottobre 2016
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